Analisi critica del fenomeno dei minori fuori dalle famiglie

Written By Redazione on domenica 21 aprile 2013 | 23:51

19 Aprile 2013


che i bambini italiani sono fortemente discriminati rispetto alla crisi della famiglia e alla possibilità di essere assistiti al loro interno a seconda della loro Regione di residenza.

Esistono infatti differenze statisticamente significative tra Regioni anche sociologicamente assai simili non spiegabili altrimenti se non con l’assenza di criteri omogenei di valutazione e di linee guida condivise.
Sarebbe come –per esempio- se la febbre iniziasse per definizione in una Regione a 37 gradi e in un’altra a 38 e in un’altra ancora a 39. O come se le indicazioni al trapianto di cuore differissero nettamente tra una Regione e l’altra, dipendendo esclusivamente dall’arbitrio dell’operatore.

Il problema non è di poco conto e questo per diversi ordini di motivi:
 
1- Esistono ormai evidenze scientifiche circa il danno da deprivazione genitoriale non solo sulla psiche ma anche sul soma dei bambini (con danni che possono arrivare persino a modifiche cromosomiche con possibili conseguenze sulla discendenza)

2- E’ palese e conseguente che in alcune Regioni italiane è completamente disattesa la risoluzione ONU (Vedi tabella introduttiva) del dicembre 2009 che definisce le linee guida circa l’invio e l’accoglienza dei minori fuori famiglia soprattutto relativamente ai punti 1,2,3 e 6 seguenti (è capitato di trovare dei minori che lavoravano in nero in cantieri edili o abusati sessualmente o trattati peggio di bestie: vedi diapo 26. e comunque sono ancora tanti i minori sotto i tre anni in comunità)

3- E’ grave ma ovvio sottolineare che laddove non esista un consensus dettato da linee guida centrali si apra la strada all’arbitrio dell’operatore, situazione che è pacificamente dimostrata dalle discrepanze esistenti e statisticamente dimostrate fra distretti geografici persino contigui molto prima che dalle testimonianze delle famiglie.
 
4- Un'altra grave situazione è la scarsa promozione dell’affidamento familiare (tra l’altro anche economicamente vantaggioso: 13 euro al dì) rispetto a quello residenziale –100 euro al dì- (anche qui con differenze geografiche macroscopiche che attestano ancora una volta che i bambini italiani sono fra
loro discriminati rispetto all’evento crisi della famiglia). Siamo dietro a Romania e Ungheria, non solo a Francia, UK e Svezia! Dobbiamo però ammettere (diapo 25) che i tassi italiani di invio fuori famiglia sono tra i più bassi d’Europa

5- Inoltre la maggior parte dei minori viene allontanato senza rispondere a criteri di obbligatorietà di legge. Poiché il minore fuori famiglia rappresenta anche un costo importante per la società (centinaia di milioni di euro), in molti casi sarebbe bene sia per la salute del minore che per l’economia della società provare a mantenere il minore nella famiglia reinvestendo parte del denaro nell’assistenza intrafamiliare.


La domanda da porsi è una sola: -Migliorare questa situazione, è possibile?- Le risposte sono alle diapositive 34-35-36 della presentazione che potete scaricare.

La redazione
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