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25 Maggio 2013 - articolo multilingue / Deutsch-Übersetzung / English translation/
Premessa:
Doc Links Europäische
Rat_Domestic Gewalt gegen Frauen
25 Maggio 2013 - articolo multilingue / Deutsch-Übersetzung / English translation/
Premessa:
E' bene chiarire che questa convenzione è un prodotto del Consiglio d'Europa (CoE - Council of Europe) che, è altrettanto bene chiarire, non è un organismo della UE che ne ha uno simile, il Consiglio Europeo (EC - European Council). Ma è bene anche sottolineare che il presidente di entrambe queste istituzioni è la stessa persona: Herman van Rompuy, un belga che verrebbe citato come "repressore silenzioso della democrazia", un profilo con alle spalle pure un fallimento in qualità di primo ministro del suo paese. La convenzione è stata firmata da 26 nazioni ma la sua applicazione funziona così: sarà in vigore in quegli stati che la ratificheranno a condizione che siano almeno 10, 8 dei quali aderenti al CoE e finora le ratifiche sono solo di Albania, Montenegro, Portogallo e Turchia. Come tutte le vicende legate all'Europa, a questa Europa, non è data pubblicità alle voci contrarie ed è arduo conoscerne le ragioni.
Ci si interroga un po' ovunque sull'invadenza e la legittimità di leggi e regolamenti imposti da burocrati non eletti da nessuno (il malcontento nel nord Europa è fortissimo), nei paesi democraticamente più evoluti il dibattito si orienta anche sui contenuti discriminatori e vagamente razzisti e per quanto riguarda la Danimarca i cittadini di quel paese sono convinti di aver già risolto il problema della parità tra i generi senza arrivare alla vessazione. E' possibile che nel corso del 2013 assisteremo ad un crescendo di pressioni politiche e mediatiche per obbligare alla ratifica (e al ripensamento) il maggior numero di stati possibile. A tutte le questioni che interessano l'Europa si può rispondere solo in due modi: "sì" oppure "sì, grazie". Le parole "violenza" o "donna" o "minore" sono di per sè assai suggestive ma più di tutto verranno fatti pesare gli anatemi contro gli "euroscettici": -le cavallette distruggeranno tutti i raccolti, l'angelo sterminatore ucciderà tutti i primogeniti maschi etc etc -. Il progetto finale dell'elitè euroburocrate parrebbe essere quella di arrivare all'EURSS, acronimo coniato nel Europa settentrionale che vuol dire Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche d'Europa. Ma in molti non sono affatto d'accordo, nè per quanto riguarda la soppressione della democrazia nè per riassettare l'Europa secondo questo criterio, nè per quanto riguarda la discriminazione di ALCUN GENERE in primis quello maschile, che è proprio nel mirino in questa convenzione. La Convenzione di Istanbul poggia su fondamenta profondamente discriminanti in quanto sessista.
Entro il 28 maggio il
Parlamento italiano dovrebbe ratificare la Convenzione di Istanbul (11 maggio
2011) [http://www.coe.int/t/dghl/standardsetting/convention-violence/default_en.asp], sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei
confronti delle donne e la violenza domestica, che è stata già firmata dai
governi dei seguenti 24 Stati: Albania, Austria, Belgio, Macedonia, Finlandia,
Francia, Germania, Grecia, Gran Bretagna, Italia, Islanda, Lussemburgo, Malta,
Monaco, Montenegro, Norvegia, Portogallo, Repubblica slovacca, Serbia,
Slovenia, Spagna, Svezia, Turchia, Ucraina, ma soltanto Turchia, Albania,
Macedonia e Portogallo l'hanno ratificata. Per entrare in vigore la Convenzione
di Istanbul dovrà essere ratificata da almeno dieci Stati di cui otto dovranno
essere Stati membri del Consiglio d'Europa.
L'iter finalizzato alla
convenzione è stato lungo:
Link doc Council of Europe_Domestic violence against women
Link doc Council of Europe_Domestic violence against women
Doc. 8238 -12 October 1998
Violence on women in Europe - Motion for a recommendation
presented by Mrs Jäätteenmäki
and others
Recommendation 1450 (2000)[1]
Violence against women in
Europe
Doc. 8667 - 15 March 2000
Violence against women in
Europe
Recommendation 1582 (2002)[1]
Domestic violence against
women
Doc. 9563 - 23 September 2002
Domestic violence
Da alcuni mesi in Italia i
media stanno facendo una campagna diffamatoria, che raffigura gli
uomini come tutti violenti e che presenta la famiglia come il luogo più
pericoloso per le donne, affermando che la violenza maschile è la prima causa
di morte per le donne fra i 15 e i 44 anni (dicono: ne uccide più l'amore che
il tumore).
Lo scopo di questa campagna
propagandistica è quello di ottenere la ratifica della Convenzione di Istanbul,
che permetterebbe di ottenere un finanziamento di 85 milioni € di fondi
pubblici per i centri antiviolenza donne, gestiti da associazioni femministe,
che teorizzano e praticano la guerra di genere.
Un altro scopo della campagna
è quello di ottenere l'approvazione di leggi, come la Legge Integrale [http://www.boe.es/boe/dias/2004/12/29/pdfs/A42166-42197.pdf], voluta in Spagna nel 2004 dal governo Zapatero.
Queste nuove leggi debbono prevedere facilitazioni alle donne che presentano
denunce per violenza da parte di un uomo e (udite! Udite!) l'inversione
dell'onere della prova.
La ricaduta di una
legislazione femminista nei processi di separazione sarebbe devastante e
vanificherebbe del tutto l'attuale legge (L. 54/2006) che in Italia prevede
l'affido condiviso dei figli. Basterebbe una denuncia della donna di aver
subito violenza e, senza l'onere della prova, l'uomo verrebbe escluso
dall'affidamento dei figli, fino a che (e passerebbero degli anni) non
dimostrasse la propria innocenza.
Deutsch-Übersetzung
Am 28. Mai wird das
italienische Parlament die Istanbul-Konvention (11. Mai 2011) ratifizieren [http://www.coe.int/t/dghl/standardsetting/convention-violence/default_en.asp], die verbindlich die Verhütung und Bekämpfung von
Gewalt an Frauen und häusliche Gewalt regelt. Sie wurde bereits signiert von
den Regierungen der folgenden 24 Staaten: Albanien, Österreich, Belgien,
Dänemark, Finnland, Frankreich, Deutschland, Griechenland, Großbritannien,
Island, Italien, Luxemburg, Malta, Monaco, Montenegro, Norwegen, Portugal,
Slowakische Republik, Serbien, Slowenien, Spanien, Schweden, Türkei und
Ukraine, aber nur die Türkei, Albanien, Montenegro und Portugal haben die
Konvention ratifiziert. Um in Kraft treten zu können, muss die Istanbul
Konvention von mindestens zehn Staaten ratifiziert werden, von denen acht Mitgliedstaaten
des Europäischen Rat sein müssen.
http://en.wikipedia.org/wiki/Convention_on_preventing_and_combating_violence_against_women_and_domestic_violence
http://en.wikipedia.org/wiki/Convention_on_preventing_and_combating_violence_against_women_and_domestic_violence
Das Ziel des Abkommens war
lang:
Doc. 8238 - 12 October 1998
Gewalt an Frauen in Europa - Entwurf einer Empfehlung
presented by Mrs Jäätteenmäki
and others
Recommendation 1450 (2000)[1]
Violence against women in Europe
Violence against women in Europe
Doc. 8667 - 15 March 2000
Gewalt gegen Frauen in Europa
Recommendation 1582 (2002)[1]
Häusliche Gewalt gegen Frauen
Doc. 9563 - 23 September 2002
Häusliche Gewalt
Seit einigen Monaten machen
die Zeitungen und das Fernsehen in Italien eine wütende Verleumdungskampagne.
Die Kampagne, bekannt als „Femminicidio“ (Weibermord), stellt alle Männer als
gewalttätig dar und präsentiert die Familie als den gefährlichsten Ort für
Frauen. Es wird behauptet, dass männliche Gewalt die vorrangige Todesursache
für Frauen zwischen 15 und 44 Jahren ist (sie sagen: Es tötet mehr die Liebe
als der Tumor).
Zweck dieser
Propaganda-Kampagne ist, eine Ratifizierung der Konvention von Istanbul zu
erreichen, die eine Finanzierung der Frauen-Anti-Gewalt-Zentren in Höhe von 85
Millionen Euro aus öffentlichen Mitteln möglich machen würde. Diese Zentren
werden von feministischen Vereinigungen verwaltet, die den Geschlechter-Krieg
theoretisieren und behandeln.
Ein weiterer Zweck der
Kampagne ist, die Verabschiedung der Gesetze zu erreichen, wie das Integral
Gesetz [http://www.boe.es/boe/dias/2004/12/29/pdfs/A42166-42197.pdf] 2004, das in Spanien von der Zapatero-Regierung
gewollt war, oder neuer Gesetze, die Vergünstigungen für Frauen mit Beschwerden
in Sachen männlicher Gewalt zum Ziel haben und die eine Umkehrung der
Beweislast beabsichtigen.
Die Folgen einer solchen
feministisch geprägten Gesetzgebung wären in familialen Trennungsprozessen
verheerend und würden das gegenwärtige Gesetz (Gesetz Nr. 54/2006) vereiteln,
das in Italien das gemeinsame Sorgerecht bietet. Es würde eine unbewiesene
Beschwerde einer Frau über angeblich erlittene Gewalt genügen, um den Mann vom
Gemeinsamen Sorgerecht auszuschließen und es würden Jahre vergehen, bis er
seine Unschuld beweisen könnte – wenn dies überhaupt möglich wäre.
English translation
By 28 May, the Italian parliament is expected to ratify the Istanbul
Convention (May 11, 2011)
[http://www.coe.int/t/dghl/standardsetting/convention-violence/default_en.asp],
on the prevention and fight against violence towards women and domestic
violence, which has already been signed by the Governments of the following 24
countries: Albania, Austria, Belgium, Macedonia, Finland, France, Germany,
Greece, Great Britain, Italy, Iceland, Luxembourg, Malta, Monaco, Montenegro,
Norway, Portugal, Slovak Republic, Serbia, Slovenia, Spain, Sweden, Turkey,
Ukraine, but only Turkey, Albania, Macedonia and Portugal have ratified it. To
enter into force the Istanbul Convention must be ratified by at least eight of
States members of the Council of Europe.
The procedure aimed at the convention has been long:
Link doc Council of Europe _ Domestic violence against women
Doc 8238 - October 12, 1998
Violence on women in Europe -Motion for a recommendation
presented by Mrs Jäätteenmäki and others
http://www.assembly.coe.int/ASP/Doc/XrefViewHTML.asp?FileID=8394&Language=EN
Recommendation 1450 (2000) [1]
Violence against women in Europe
http://www.assembly.coe.int/Main.asp?link =% 2FDocuments 2FAdoptedText%%%2Fta00 2FEREC1450.htm
Doc 8667 - March 15, 2000
Violence against women in Europe
http://www.assembly.coe.int/ASP/Doc/XrefViewHTML.asp?FileID=8876&Language=EN
Recommendation 1582 (2002) [1]
Domestic violence against women
http://assembly.coe.int/main.asp?Link =% 2Fdocuments 2Fadoptedtext%%%2Fta02 2Ferec1582.htm
Doc 9563 - September 23, 2002
Domestic violence
For months the italian newspapers and television have been making a furious
smear campaign which depicts all men as violent and presents family as the most
dangerous place for women. It also presents male violence as the leading cause
of death of women between 15 and 44 years (they use to say: love kills more
than cancer).
The purpose of this propaganda campaign is to get the ratification of the
Convention of Istanbul, which would provide a loan of € 85 million of public
funds for women's refuges, managed by feminist organizations, which theorize
and practice the gender war.
Another aim is to get the approval of laws such as the Integral Law [http://www.boe.es/boe/dias/2004/12/29/pdfs/A42166-42197.pdf],
commissioned in 2004 by Zapatero's government in Spain. This laws would provide
facilities to women, who denounce men's violence, and (hear! Hear!) would
reverse the burden of proof.
The fallout of a feminist legislation in separation processes would be
devastating and would nullify all of the current law (Law 54/2006) that
provides in Italy shared custody of children. A woman's complaint about
domestic violence, without any proof, would be enough to exclude the man from
the custody of children.
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