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Questionario Nazionale sulla visione dei rapporti fra genitori e Servizi Sociali (raccolta fino al 20 Nov. 2012)

Written By Giorgio G on martedì 17 aprile 2012 | 01:22


17/04/2012
Ha preso il via un progetto di indagine popolare, una verifica sulla visione dei rapporti fra genitori e Servizi Sociali "MINORI E FAMIGLIA". Il progetto s’inserisce nel contesto più ampio del neonato Coordinamento Interassociativo Colibrì, che promuove libere iniziative per la Bigenitorialità e le ragioni dell’Infanzia, e raccoglie le realtà associative più evolute ed organizzate del nostro paese. 

E’ questo un progetto di ricerca promosso dall’Associazione Genitori Sottratti che si avvale della collaborazione e della supervisione scientifica dello staff di ricerca del Prof. Gian Piero Turchi dell’ Università di Padova.
Crediamo sia doveroso massimizzarne la diffusione, proprio per raccogliere la "media" delle testimonianze, e non solo i "picchi". Questa operazione trova spazio nella reale percezione dell'utenza e da parte nostra vive in un ottica di massima trasparenza, perche riveste un’importanza politica dal punto di vista socio assistenziale, evidenzierà quali potrebbero essere le indicazioni da seguire per la costruzione di servizi sempre di più attenti ai bisogni delle famiglie. Un progetto questo, frutto di mesi di lavoro che prende corpo nelle vesti di un questionario rivolto a famiglie e genitori.

Questionario aperto: spostato il termine ultimo per la consegna dei questionari compilati a data da definire.




Perchè un questionario?
Uno strumento diretto come questo, consente di testare in maniera scientifica la percezione del servizio da parte dei cittadini italiani che hanno avuto a che fare con i Servizi Sociali, dal 2007 ad oggi.
Allo stesso tempo, una volta estrapolati i dati, si otterrà una visione chiara che offrirà sia ai Servizi Sociali che a tutti quegli operatori del sociale che del rapporto con le famiglie e l’infanzia ne fanno la loro principale attività, un attendibile ritratto delle dinamiche, talvolta complesse, prodotte dal loro lavoro di relazione con l’utenza.
Un indagine che prende spazio dal basso e nasce per necessità ponendosi come testimonianza del livello di gradimento e la qualità percepita sull’apporto professionale dei Servizi Sociali "minori e famiglia". Un questionario, dunque, che grazie alla cortese collaborazione di tantissimi professionisti e di utenti, si propone di essere uno strumento rivolto alla conoscenza ed esplorazione di una relazione troppo spesso imperscrutabile esistente oggi fra i cittadini e parte delle istituzioni. Ma soprattutto un questionario che si propone di divenire elemento di analisi e riflessione per una doverosa e indispensabile ottimizzazione dei rapporti fra le parti.

Uno sguardo discreto, ma anche una indagine mai svolta prima nel nostro paese.

E’ questo il primo questionario del genere, che tutela l’anonimato di tutti coloro che lo compileranno, secondo le regole della privacy, un questionario, primo nel suo genere, che non è il solo a prendere il via in questi mesi.

E’ infatti un compito preciso delle associazioni funzionare da cartina al tornasole per le istituzioni e per il mondo politico, quello di essere una utile (se non indispensabile) interfaccia atta a percepire gli umori della società, ed in questo specifico caso, il valore del lavoro dei Servizi Sociali (Minori e Famiglia), e di quegli operatori direttamente connessi, preposti ad assistere ai nuclei famiglie e ai genitori in difficoltà. E’ anche un nostro preciso dovere (associativo e interassociativo), essere garanti “super partes”, intervistare gli utenti per offrire un ritratto il più chiaro possibile e cogliere la reale temperatura prodotta dalle conseguenti dinamiche.

Il questionario viene diffuso in due versioni:
la prima interattiva da compilare a video, per coloro che hanno familiarità con l’uso del computer, consente di scaricarsi il questionario in pdf dal link ROSSO, compilabile direttamente a monitor e va rigorosamente SALVATO, alla fine della compilazione prima di rispedirlo via e mail. Basta avere Acrobat Reader, scaricabile gratuitamente dal web: http://get.adobe.com/it/reader/otherversions/

La seconda da compilare a mano
, più tradizionale, offre a tutti la possibilità di scaricare dal link BLU, il file pdf, per stamparselo con la propria stampante, compilarlo su carta e spedirlo in busta affrancata con la tradizionale posta.

Tutte le indicazioni utili alla compilazione sono riportate all'interno di entrambe le versioni del documento.

Lo staff del Prof. Gian Piero Turchi, si propone poi di censire tutti i questionari ed iniziare l’elaborazione e estrapolazione dei dati nel totale rispetto dell'anonimato di chi compilerà il questionario.

Sarà nostro compito rendere pubblici appena pronti i risultati. Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno dato il loro apporto e qualificata condivisione nel produrre questo strumento di ricerca; dagli staff legali a quelli scientifici, al grande appoggio di tante associazioni che si impegneranno a diffondere il documento fra gli associati nell’ esclusivo della collettività.
Vorremmo incentivare l'uso della versione INTERATTIVA, per la praticità della raccolta informatica dei dati, ed invitiamo tutti coloro che sono in grado di farlo, di seguire questa indicazione.
Per chi si avvalesse della versione su carta, una volta compilata, è anche possibile, avendo i mezzi, farne una scansione, per ricavarne un pdf spedibile via e-mail. Per la compilazione del questionario, nel caso vi siano necessità di chiarimenti, c’è la possibilità di contattare un call center per informazioni sulla corretta interpretazione. Per semplificare al massimo la comprensione di alcuni termini tecnici è previsto anche un breve glossario. In fondo al documento, poi, tutti i credits, relativi agli autori e alle Associazioni che si impegneranno nella diffusione di questo importante documento ma il nostro particolare ringraziamento si estende a TUTTI COLORO CHE SI ADOPERERANNO ALLA DIFFUSIONE DEL QUESTIONARIO E CONTRIBUIRANNO ATTIVAMENTE AL SUCCESSO DI QUESTA RICERCA.

Roberto Castelli e Gabriele Bartolucci - Ass. Genitori Sottratti- 339 3010889

Separati? L'imposta spetta a chi abita la casa

Written By Redazione on lunedì 16 aprile 2012 | 10:18




CONIUGI SEPARATI; PAGA IMU CHI ABITA CASA - Nel caso di separazione o divorzio pagherà l'Imu chi resta nella casa, chi ha dunque un "diritto di abitazione" anche se non necessariamente ne è proprietario. Lo prevede un emendamento al dl fiscale presentato dal relatore

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2012/04/16/visualizza_new.html_185504300.html

Doppio domicilio, una realtà

Written By Redazione on sabato 14 aprile 2012 | 03:42


Con l'affidamento condiviso del figlio minorenne, il ragazzo potrà avere anche la doppia residenza. E' quanto stabilito dal Tribunale di Firenze nel caso di una coppia divorziata e che vive in due Comuni diversi: il giudice ha deciso per la prima volta che il bambino deve essere domiciliato, e dunque residente, presso tutti e due i genitori, oltre che essere affidato a entrambi.
Un provvedimento che e' destinato a fare da apripista ad altre decisioni del genere nei sempre più numerosi casi di affidamento condiviso del figlio minorenne e che rafforza il concetto di pari responsabilità genitoriale: non esiste più un genitore presso cui il ragazzo risiede e abita prevalentemente e un altro genitore considerato 'esterno', che dovrà esercitare i diritti-doveri di frequentazione con la prole. Con la doppia domiciliazione le case dei figli sono ufficialmente due, quella di mamma e quella di papà.
La decisione presa dal giudice del Tribunale di Firenze Domenico Paparo soprattutto nell'interesse del ragazzo: con il doppio domicilio - scrive nel provvedimento - potrà ottenere dei vantaggi, come per esempio usufruire dei centri estivi organizzati da entrambi i Comuni dove risiedono mamma e babbo, visto che nelle loro abitazioni dovrà trascorrere esattamente la meta' dei giorni dell'anno, dunque anche il periodo in cui la scuola e' chiusa. Ora tocca ai Comuni risolvere il problema della doppia residenza del figlio iscrivendolo presso i rispettivi registri.
''Con il provvedimento viene disposta la doppia domiciliazione del minore in perfetta sintonia del principio dell'affidamento condiviso - spiega il legale del padre, l'avvocato Iacopo Tozzi - che il disegno di legge parlamentare n.957 sta cercando ormai da tempo di introdurre nel nostro sistema legislativo, ma che il giudice nell'interesse dei figli, ma anche dei genitori, come avvenuto in questo caso, può già prevedere e applicare''.
La doppia residenza permettera' tra l'altro ai genitori, a differenza di quanto avvenuto finora, di accedere ad agevolazioni fiscali, a contributi, a sovvenzioni pubbliche in quanto il figlio risulterà anche nello stato di famiglia di entrambi, documento fondamentale per esempio per il calcolo dell'Isee. Anche le comunicazioni sul ragazzo dovranno essere inviate a tutti e due gli indirizzi.

Le storie che fanno storia

Written By Giorgio G on mercoledì 11 aprile 2012 | 01:06


Pochi giorni fa è stata celebrata la loro festa. Messaggi pieni di affetto, auguri e regali per i papà. Per molti uomini la paternità è una delle esperienze, se non l’esperienza, più significativa della vita.
Tra i tanti volti della paternità ce n’è uno, però, pieno di ombre e di incertezze. Parliamo dei padri separati. Sono loro i nuovi poveri del terzo millennio.
Il copione è lo stesso e i problemi tanti: la separazione, la ricerca di una nuova casa, un nuovo affitto da aggiungere al vecchio mutuo, le trafile burocratiche per vedere i figli. Cambiano vita, città e spesso lavoro. Un lavoro precario, quando riescono a trovarlo. Ma c’è anche chi, oltre alla vita ‘normale’, con la separazione perde anche il lavoro.
Così, all’improvviso, si ritrovano in un mondo che non è il loro. Nell’universo sconfinato della povertà.
Operai, impiegati, artigiani e commercianti, migliaia di lavoratori che la separazione e la crisi economica ha trasformato nei nuovi poveri. Uomini ai quali lo stipendio non basta più.
I dati Eurispes parlano chiaro: 4 milioni i padri separati in Italia, l’80% di loro non arriva a fine mese. Sottraendo allo stipendio di un lavoratore medio gli assegni mensili, che nel 97,9% dei casi sono a carico del marito, e quelli per il mantenimento dei figli, ai padri non resta di che vivere. Un dato su tutti: secondo l’Ami (Associazione matrimonialisti italiani, ndr) il 25% degli ospiti delle mense dei poveri sono separati e divorziati.
Un preoccupante termometro della situazione sociale”, afferma Roberto Castelli, presidente dell’Associazione Genitori Sottratti che, in una lettera inviata al Ministro della Giustizia Paola Severino, sottolinea come “l’osservatorio privilegiato da cui queste associazioni guardano la scena sociale impone che anche questa, fra le emergenze sociali, venga risolta al più presto e nel migliore dei modi. Se due genitori si separano – continua Castelli – per i bambini significa quasi certamente perderne uno dei due che, di solito, nel 90% dei casi, è il padre. La percentuale di esclusione paterna dalla vita dei figli è così prepotente che ci apre a più letture. Bisogna promuovere la cultura della bigenitorialità”.
Ed è questo uno degli obiettivi dell’Associazione Genitori Sottratti, che ha sede a Bologna e opera su tutto il territorio regionale. Con Giuseppe Pasqui, segretario dell’Associazione e padre separato, abbiamo provato a definire, in termini numerici, il fenomeno dei nuovi poveri. “E’ difficile ad oggi poter quantificare quanti sono in Emilia Romagna i padri separati che rientrano nella categoria dei nuovi poveri – spiega – intanto perchè non esiste un vero e proprio censimento. Molti padri che si ritrovano catapultati dall’oggi al domani in questa triste realtà spesso, per vergogna o per cercare di mantenere la dignità, non parlano della propria situazione. La certezza è, però, che il trend è in forte crescita. La vita dei padri separati in questa società è immotivatamente dura. Si perdono i diritti e i piaceri dell’essere genitore – continua – si deve adempiere solo a tutta una serie di doveri, esclusivamente economici. È questa una delle ragioni che trasformano tanti uomini normali in veri e propri barboni”.
Uomini come Alessandro Fino, 37 anni, ex dirigente della Lega Rugby, padre separato. Una vita, la sua, stravolta il 9 febbraio del 2009.
Alessandro aveva un lavoro, una casa, una posizione. Una vita ‘normale’ a Parma, la città in cui aveva frequentato l’Università e in cui aveva scelto di restare.
La sua è una triste parabola, come quella di tanti altri padri separati, tra aule di tribunali, uffici di assistenti sociali e brevi incontri col proprio figlio.
Quella sera di febbraio, rientrando dal lavoro, trovai la casa vuota – racconta Alessandro – non c’erano la culla, il seggiolone, le foto alle pareti, i tappetini del piccolo di 13 mesi che gattonava e imparava a camminare. Il giorno dopo fui chiamato in Questura e la mano invisibile dei Servizi Sociali e del Centro Antiviolenza di Parma aveva cucito su di me il vestito del violento e del padre incapace di adempiere al proprio ruolo di genitore”.
Parla senza mezzi termini Alessandro: “Sono stato considerato un violento, non meritevole di essere padre. Accusato di essere un padre disinteressato alla propria famiglia, ho scoperto che lavorare nel campo del rugby significasse essere violento e che avere la sclerosi multipla equivalesse ad essere pazzo”.
Da quel 9 febbraio 2009 la vita di Alessandro non è stata più la stessa. Tante le spese processuali, i costi per pagarsi un avvocato che lo difendesse dall’accusa di violenza e un’esistenza tutta da ricostruire.
Non avevo più un letto in cui dormire, chiedevo soldi agli amici, un prestito in banca per pagare i treni da Parma a Roma per vedere mio figlio, che lì si era trasferito insieme alla madre. Dormivo in macchina, nei parchi, dal primo conoscente disposto ad ospitarmi, anche solo per una notte”.
Da dirigente affermato, con uno stipendio che gli permetteva una vita agiata, Alessandro si è ritrovato povero: “Avevo debiti con tanti, anche con legali, sono nella lista dei cattivi pagatori perché non basta nemmeno fare il cameriere, come da studente, per far fronte a spese che prima erano normali. Nel 2010 il mio reddito era di 5.400 euro, contro gli oltre 24mila che guadagnavo prima, con un lavoro ed una professionalità acquisita in anni di studio e lavoro. Mi sono ritrovato a dover accettare più di uno stage o tirocinio a 37 anni, nonostante la laurea, il master e un profilo ampio. Sono ripartito dal servire ai tavoli”.
Di come sia cambiata la sua vita e dei problemi che ha dovuto affrontare Alessandro parla senza alcuna vergogna. “Negli ultimi mesi la difficoltà maggiore è stata la mancanza di una casa. In tutti questi anni a Parma ho conosciuto parecchi amici e in tanti mi hanno aiutato. È capitato anche che alle 4 del mattino a svegliarmi fossero i camion che svuotano i bidoni e io che ci dormivo vicino – confessa Alessandro che, ricordando le notti trascorse vagabondando per la città dice – qualcuno avrà pensato che fossi un profugo, a lavarmi e radermi nelle fontane o nelle camere dei reparti del Maggiore, che conosco da anni: ero solo un papà in grosse difficoltà”.
Non solo difficoltà economiche per Alessandro. “Ho vissuto per anni circondato dal sospetto della gente che pensava chissà quali violenze facessi alla mia ex compagna e a mio figlio”, spiega.
E quando gli chiedo se pensa che il problema dei padri separati e dei nuovi poveri sia imputabile ad un sistema giudiziario che tende, molto spesso, a tutelare maggiormente la figura materna, risponde: “Credo dipenda da un sistema più ampio, che comprende anche figure istituzionali come gli assistenti sociali. In questi anni ho conosciuto tanti assistenti sociali, psicologi ed educatori che, con una firma, hanno deciso del rapporto tra figlio, padre e madre. Il sistema va rivisto – sostiene Alessandro – ci sono tante lacune e tante superficialità che danneggiano soprattutto i bambini. Non spetta a me giudicare il sistema giudiziario sulla famiglia, ma così com’è attualmente non va. Con le associazioni di genitori abbiamo presentato, anche attraverso le commissioni parlamentari, diversi studi e proposte per modificare le leggi e proporre l’attuazione di vecchie norme mai applicate, primo su tutti il diritto alla bigenitorialità per i minori, sancito dalla legge 54/2006 e da numerosi trattati internazionali”.
Da quando ha iniziato la sua personale lotta per il diritto ad essere padre, Alessandro non ha mai risparmiato dure critiche ai Servizi Sociali che si sono occupati del suo caso e al Centro Antiviolenza di Parma: “Non si possono inventare storie di violenza per garantire o vendere un ‘prodotto’ che non si sa gestire” - accusa, parlando del fascicolo che Questura, Servizi Sociali e Centro Antiviolenza presentarono all’indomani della denuncia dell’ex compagna e che per lui restano ”8 pagine costruite ad hoc da pseudo esperti guidati forse da interessi economici”.

ParmaNews24

Da Repubblica: Festa del papà

Written By Giorgio G on lunedì 19 marzo 2012 | 01:17

da: La Repubblica, 19 Marzo - 2012

"Noi, privati dei nostri figli" L'altro lato della festa del papà.

DI LORENZA PLEUTERI

Padri separati. Padri interrotti. Padri privati del loro ruolo, dei figli, dell’autonomia economica. Padri invisibili. Nella giornata dedicata ai papà - festa affettuosa, gioiosa, consumistica - a Bologna sono scesi in piazza i rappresentati dell’associazione Genitori sottratti (www.genitorisottratti.it), in presidio davanti al Tribunale di via Farini e poi in piazza Maggiore e fuori da una scuola superiore di via Manzoni.


"Se intendi separarti - hanno scritto nei volantini distribuiti ai passanti - sappi che sei spacciato. La legge dice alcune cose che parlano di parità ed equità, ma il giudice non la osserva e in più dirà che non sei abbastanza maturo da richiedere di stare coi tuoi figli, in sostanza che sei un menefreghista". Essere un padre separato, invece, spesso è dramma, dolore, impossibilità di uscire da situazioni decise da altri, deriva verso la povertà.


"Poco conta - sostengono i papà dimezzati, rivolgendosi ad altri babbi - che la legge sull'affido condiviso dice che entrambi i genitori devono provvedere al mantenimento dei figli. Il giudice disporrà un assegno mensile che solo tu dovrai sganciare, diventerai un nuovo povero, e col tuo stipendio farai la fame e vedrai i tuoi figli con il lumicino". E il futuro non promette niente di buono. "Non sappiamo risolvere equamente le questioni delle coppie con figli che si dividono dopo il matrimonio, non ancora. I cambiamenti sociali e di costume pongono urgentemente i problemi
legati alle coppie di fatto che si sciolgono, etero ed omosessuali. Se non si apre un dibattito serio, se non si mette mano a questi temi, sarà sempre peggio e per tutti. Non dobbiamo più essere invisibili, ignorati".


http://bologna.repubblica.it/cronaca/2012/03/19/news/noi_privati_dei_nostri_figli_l_altro_lato_della_festa_del_pap-31844474/




Segnaliamo che questo intervento è frutto del coordinamento interassociativo che ha visto BOLOGNA-MESTRE-GENOVA E MILANO compartecipi nella medesima giornata a diffondere un unico comunicato a reti unificate, nelle piazze e nei luoghi di alta attenzionalità come nel nostro caso e di Mestre davanti al tribunale, mentre a Genova è stato diffuso all'EXPO e a Milano nelle aree cittadine di alta concentrazione di traffico pedonale.
La redazione