Article from “Pediatria Preventiva & Sociale” - Dicembre 2014
Premessa:
Sta facendo discutere il provvedimento, emesso dal Tribunale per i Minorenni di Palermo, circa l’affidamento di un ragazzo di 17 anni a una coppia omosessuale. Il caso, accaduto a Palermo, tuttavia non è il primo: lo scorso novembre 2014 il Tribunale per i Minorenni di Genova aveva disposto l’affidamento di una minore di 5 anni a una coppia di lesbiche. Il Tribunale per i Minorenni di Bologna, nello stesso periodo, affidava una bambina di 3 anni a una coppia di uomini. La questione oggi interessa tutti: sia l’opinione pubblica, sempre più interpellata dalle istanze provenienti dall’associazionismo gay, sia gli operatori sociali e sanitari che, a vario titolo, operano nell’ambito dell’infanzia e dell’adolescenza. Un approfondimento, pertanto, sembra indispensabile.
Premessa:
Sta facendo discutere il provvedimento, emesso dal Tribunale per i Minorenni di Palermo, circa l’affidamento di un ragazzo di 17 anni a una coppia omosessuale. Il caso, accaduto a Palermo, tuttavia non è il primo: lo scorso novembre 2014 il Tribunale per i Minorenni di Genova aveva disposto l’affidamento di una minore di 5 anni a una coppia di lesbiche. Il Tribunale per i Minorenni di Bologna, nello stesso periodo, affidava una bambina di 3 anni a una coppia di uomini. La questione oggi interessa tutti: sia l’opinione pubblica, sempre più interpellata dalle istanze provenienti dall’associazionismo gay, sia gli operatori sociali e sanitari che, a vario titolo, operano nell’ambito dell’infanzia e dell’adolescenza. Un approfondimento, pertanto, sembra indispensabile.
Abstract
The
controversial decision of the Palermo Juvenile Court, which gave the custody of
a 17 years old boy to a homosexual couple is raising keen interest. This was
not the first time: last November the Court of Genova ratified the foster care
of a 5 years-child to a lesbian couple, and so did the court of Bologna with a
3 years old boy, who was assigned to two men.1 This topic is of special
interest for many: public opinion, gay associations, social and health workers
who are involved in the childhood sphere. Therefore an in depth analysis is
needed.
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Adozioni e coppie
omosessuali: il quadro generale
L’intervento
giurisprudenziale più significativo è la sentenza n. 601 dell’11 gennaio 2013
della prima sezione civile della Cassazione. La Corte ha ritenuto legittimo
l’affidamento esclusivo alla madre, ex tossicodipendente convivente con un’ex
educatrice della comunità di recupero in cui era stata ospitata, rispetto al
padre, responsabile di aver aggredito in un’occasione la predetta educatrice
alla presenza del figlio. La Corte, nel caso in questione, ha sostenuto che si
tratta di un “mero pregiudizio” affermare che sia “dannoso per l’equilibrato
sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una
coppia omosessuale”, in quanto “non sono poste certezze scientifiche o
dati di esperienza”. In molti hanno visto nella sentenza di legittimità la
prima apertura in Italia all’adozione da parte di persone dello stesso sesso. Poca
conoscenza o poca considerazione da parte dei giudici circa la consistente mole
di dati scientifici prodotti fino a oggi e contrari alla loro posizione?
Il quadro generale
Diversi enti
scientifici internazionali si sono opposti all’adozione di figli da parte di
coppie omosessuali, mentre altri hanno assunto una posizione favorevole, altri
ancora neutrale. Fra le favorevoli, la più autorevole è l’American
Psychological Association (APA), ente che ha una notevole influenza sulla
comunità scientifica internazionale: infatti, nel 2004 e nel 2005, ha preso posizione
sulla questione con un comunicato circa la “no differences” (“nessuna
differenza”) tra figli di coppie omosessuali ed eterosessuali. Tuttavia l’APA è
al centro di aspre polemiche per la sua posizione, ritenuta sospetta da parte
dei suoi stessi associati. N. Cummings, ex presidente APA e professore di Psicologia
presso l’Università del Nevada, ha così affermato: “l’APA ha permesso che la
correttezza politica trionfasse sulla scienza, sulla conoscenza clinica e
sull’integrità professionale”.2
L’APA
è stata criticata per aver investi- to nei i pronunciamenti ufficiali circa
l’omosessualità in modo particolare Charlotte Patterson, ricercatrice, lesbica,
convivente e attivista LGBT (acronimo riferito a Lesbiche, Gay, Bisessuali e
Transgender), al centro di controversie giudiziarie che hanno visto il Tribunale
della Florida escludere i risultati di alcune sue ricerche per “mancanza di
imparzialità, osservabile nei gravi difetti di campionamento” (1997, June
Amer, Petitioner v Floyd P. Johnson, p. 11).3 Proprio
sulla posizione dell’APA il Prof. Loren Marks (2012) sociologo della Louisiana
State University ha pubblicato nel 2012 un importante studio sulla prestigiosa
rivista Social Science Research.4 La
ricerca ha analizzato i 59 studi citati dall’APA per sostenere la propria tesi
di “no differences”, dimostrando che essi mancano di campionamento omogeneo,
di gruppi di confronto, inadeguatezza del gruppo di confronto, presenza di dati
contraddittori, portata limitata degli esiti dei bambini studiati, scarsità di
dati sul lungo termine e mancanza di potenza statistica. La conclusione, afferma
il Prof. Loren Marks, è che “le forti affermazioni dell’APA non sono
empiricamente giustificate”.
Va notato, d’altra
parte, che un’ampia letteratura scientifica5 ha
significativamente provato che i minori cresciuti in un ambiente omosessuale
presentano notevoli differenze rispetto ai coetanei cresciuti in una famiglia
eterosessuale.
Lo studio del Prof.
Regnerus
Tra i più
autorevoli studi che hanno mostrato un notevole svantaggio per i minori cresciuti
con genitori che hanno avuto relazioni omosessuali va citata la ricerca
comparsa sulla rivista Social Science Research a cura di Mark Regnerus,6
professore di sociologia dell’Università di Austin, Texas. Lo
studio, come ha affermato il prof. Loren Marks,7 “è
il più serio e condotto con i più rigidi criteri scientifici”, ha destato
grande interesse presso scienziati e gente comune, media in testa, non solo
statunitensi, ma anche internazionali. La ricerca vanta di un impianto
metodologico inedito quantitativamente e qualitativamente, sia perché si basa
sul più grande campione rappresentativo casuale a livello nazionale, sia perché
per la prima volta fa parlare direttamente i “figli” (18-39 anni) il cui
genitore ha avuto almeno una relazione omosessuale (175 la madre, 73 il padre).
I dati:8 il 12% pensa al suicidio (contro il 5% dei
figli di coppie etero), sono più propensi al tradimento (40% contro il 13%),
sono più spesso disoccupati (28% contro l’8%), ricorrono più facilmente alla
psicoterapia (19% contro l’8%), sono più spesso seguiti dall’assistenza sociale
rispetto ai coetanei cresciuti da coppie eterosessuali sposate.
Nel 25% dei casi
hanno contratto una patologia trasmissibile sessualmente (contro l’8%), sono
genericamente meno sani, più poveri, più inclini al fumo e alla criminalità. Il
23% di chi è cresciuto con una madre lesbica ha dichiarato di essere stato
abusato sessualmente (da genitore o da caregiver), contro il 2% degli altri
giovani.9 Inoltre, il 31% di
quelli cresciuti con una madre lesbica e il 25% di quelli cresciuti con un padre
gay sono stati abusati sessualmente e costretti al sesso forzato, contro l’8%
di quelli cresciuti da genitori biologici. Hanno più probabilità (40% contro
13%) di essere infedeli al partner, di fare un maggior uso di marijuana, di
passare più ore davanti alla televisione, un maggior numero di arresti, un
maggior numero di relazioni e partner sessuali. E solo il 61% di quelli con
madre lesbica e il 71% di quelli con padre gay si definisce eterosessuale,
contro il 90% di chi è cresciuto con genitori eterosessuali.
Le reazioni allo
studio
Prevedibile è stato
il coro di proteste dell’associazionismo gay che ha visto la difesa dello
studio da parte dell’Università del Texas10 (sulle
procedure scientifiche di ricerca), della rivista Social Science Research11
(sulla legittimità delle procedure di pubblicazione) e, infine,
di un comitato di scienziati e ricercatori con un comunicato comparso sul sito
della Baylor University12 (sul merito dei
risultati e la coerenza con analoghe ricerche). Il limite della ricerca del
Regnerus è che i dati rilevati si riferiscono ai soli genitori che hanno avuto
almeno una relazione omosessuale. Lo studio è stato, inoltre, criticato in
quanto non ha potuto disporre di un gruppo di confronto formato da figli
cresciuti per l’intero arco dei 18 anni con il genitore omosessuale e il partner,
in quanto solo 2 dei 248 minori oggetto del campione presentavano questa
caratteristica.
Per l’autore ed
altri questo dato, invece, rappresenta la conferma che la dissoluzione della
coppia omosessuale è un evento sociologicamente così frequente da rendere raro,
per i figli cresciuti in queste famiglie, la presenza stabile del medesimo
partner del genitore. Stante, appunto, ai dati un neonato affidato a una coppia
omosessuale ha meno dell’1% di probabilità di crescere fino ai 18 anni insieme
allo stesso partner del genitore. Va in ultimo evidenziato che le risultanze
dello studio di Regnerus sono analoghe a quelle di altre ricerche (vedi nota
n.5) e in particolare con la ricerca di Daniel Potter pubblicata dal Journal
of Marriage and Family (2012).13 Lo
studioso ha attribuito le differenze riscontrate tra i minori cresciuti con
genitori eterosessuali e i coetanei provenienti da nuclei familiari omosessuali
ai più alti livelli di instabilità familiare che insistono in quest’ultimi. Per
analogia di risultati, va segnalato anche lo studio di Douglas Allen,14
docente alla Simon Fraser University, dove il campione
analizzato, anch’esso del tutto randomizzato, era costituito dal 20% della
popolazione di tutto il Canada di età compresa tra i 17 e i 22 anni (oltre
mezzo milione di soggetti). Nella ricerca l’oggetto della misurazione era
rappresentato da un dato oggettivo: l’istruzione. Il risultato è stato che i
figli di genitori eterosessuali sposati raggiungono una scolarità più alta dei
figli di genitori omosessuali sposati o conviventi nonostante questi abbiano un
alto livello d’istruzione.
Altre ricerche
Continuando il
nostro approfondimento, nella direzione che indispensabili ed essenziali alla
crescita di un figlio sono la stabilità e l’esclusività della relazione di
coppia, diversi studiosi hanno verificato che questi stessi elementi sono
deficitari nelle relazioni omosessuali.
I dati: le
relazioni fisse omosessuali non sono paragonabili a quelle eterosessuali, né
per durata né per esclusività. Una coppia eterosessuale viene considerata
“duratura” se raggiunge almeno venticinque anni di convivenza, una coppia
omosessuale, invece, viene considerata “duratura” se si protrae almeno per cinque
anni. Un terzo delle coppie omosessuali conviventi, infatti, sta insieme meno
di due anni, un terzo tra i due e i cinque anni e l’ultimo terzo più di cinque
anni.15 Lo stesso discorso vale per l’esclusività
della coppia. Secondo i ricercatori, più della metà degli uomini con tendenze
omosessuali, in coppia da almeno un anno, sostiene di aver avuto almeno un
altro partner nel corso dell’anno (con punte del 66% per gli appartenenti alla
borghesia e alla piccola borghesia); più di un terzo degli uomini dichiara di
aver avuto come minimo quattro partner nel corso dell’ultimo anno.16
Come si evince
dalla stessa ricerca il nu- mero delle relazioni extra coppia cresce con l’aumentare
della durata dell’unione, cosa che porta gli Autori ad affermare che “è probabile
che la stabilità dell’unione sia tanto maggiore quanto più la coppia è aperta”,
ossia: stabilità e fedeltà, nelle coppie omosessuali, sono inversamente
proporzionali.17
Alla stessa
conclusione sono arrivati due ricercatori statunitensi, Mcwhirter e Mattison
(si tratta di due ricercatori omosessuali), che hanno condotto un’indagine
sulle coppie omosessuali negli Stati Uniti. Secondo i due Autori solo sette
coppie (sulle 156 del campione) hanno una relazione sessuale totalmente
esclusiva, tutte della durata inferiore a cinque anni. In altri termini, tutte
le coppie con una relazione che dura più di cinque anni hanno fatto tra loro un
accordo che prevede attività sessuali al di fuori della relazione.18
Analoghe ricerche europee e americane confermano i suddetti dati.19
Altri studi, inoltre,
hanno rilevato il considerevole numero di partner che in media nel corso della
propria vita ha un omosessuale (maggiore di 100), anche all’interno di una
cosiddetta “relazione impegnata”. 20
Nella stessa
direzione va un recente documento pubblicato dall’American College of
Pediatricians dal titolo “Homo- sexual Parenting: Is It Time For Change?”
(Genitori omosessuali: è tempo di cambiare?).21 Il
documento, che cita le più rilevanti ricerche scientifiche sul tema, evidenzia
i rischi nell’infanzia legati allo stile di vita omosessuale dei genitori. Si
rileva che la violenza tra partner dello stesso sesso è due/tre volte superiore
che tra le coppie eterosessuali.22 Le
coppie dello stesso sesso sono significativamente più soggette a scioglimento
della relazione rispetto alle coppie eterosessuali, con una media di durata del
rapporto da due a tre anni23 (1,5 anni secondo
la ricerca di Xiridou, 2003), uomini e donne omosessuali hanno numerosi partner
sessuali anche all’interno di relazioni stabili,24 individui
che praticano uno stile di vita omosessuale hanno più probabilità degli
eterosessuali di avere una malattia mentale,25 di
abusare di sostanze,26 di avere tendenze
suicide,27 e una durata di
vita più breve.28 Concludono gli Autori
che, nonostante alcuni sostengono che queste disfunzioni sono il risultato di
pressioni sociali in America, le stesse disfunzioni esistono a livelli elevati
tra gli omosessuali nelle culture dove sono più ampiamente accettati.29
In ultimo, ma non
per importanza, va notato che uno degli elementi fondanti della relazione genitoriale
è la complementarietà dei ruoli di madre e padre (assente nelle relazioni
omosessuali), che permette al figlio di crescere con un sano equilibrio
psico-fisico. In numerosi studi30 si
è visto che proprio la mancanza di una delle due figure genitoriali è
all’origine di notevoli disturbi e disagi nella prole. In questa direzione,
dalle pagine del Corriere della Sera, il giornalista ateo Galli della Loggia, nella critica laica alle unioni gay e alla
genitorialità gay, chiama in causa gli psicanalisti affinché rispondano al
dibattito secondo scienza. All’editoriale risponde la psicologa italiana, Silvia Vegetti Finzi, docente di
Psicologia Dinami- ca presso l’Università di Pavia. La docente ha ricordato che
“Sigmund Freud definisce l’Edipo come
“l’architrave dell’inconscio”, cioè “il triangolo che connette padre,
madre e figlio e il gioco di queste parti aiutano il figlio a prendere il posto
che gli com- pete nella geometria della famiglia”. Inoltre “l’identità
sessuale si afferma non in astratto, ma attraverso una “messa in si-
tuazione”dei ruoli e delle funzioni che impegna tanto la psiche quanto il corpo
dei suoi attori”. Vegetti Finzi
conclude dichiarando “che non è irrilevante che il figlio di una coppia
omosessuale non possa
confrontarsi, nella
definizione di sé, con il problema della differenza sessuale”.31
Conclusioni
Se la ricerca è
solo all’inizio e deve, pertanto, continuare ad analizzare la realtà dei minori
cresciuti con genitori omosessuali la storia umana è plurimillenaria e vede il
minore crescere armoniosamente con la figura materna e paterna che lo generano
o, in loro assenza, con due figure genitoriali (maschile e femminile)
complementari. Pertanto, la comunità professionale e scientifica, nonché la
stessa società, hanno il dovere di rimanere saldamente ancorate alla verità antropologica
sull’uomo, alla sua storia, alle risultanze delle ricerche scientifiche non
svincolate da un paradigma etico che dà senso all’agire umano.
“L'instabilità,
la vulnerabilità alla malattia e la violenza domestica che prevalgono nelle
relazioni omosessuali rispetto a quelle eterosessuali, normalmente renderebbero
inadatti tali ambienti a garantire la custodia dei bambini. Tuttavia, nell'attuale
clima culturale che preme per legittimare la pratica dell'omosessualità in ogni
area possibile della vita, tali considerazioni sono spesso ignorate”;32
così conclude Costanza
Stagetti nel proprio saggio sulla letteratura scientifica in materia di
omosessualità e genitorialità.
Dello
stesso orientamento lo psichiatra Italo Carta, già docente di Clinica Psichiatrica
presso l’Università degli Studi di Milano, direttore della scuola di specializzazione
in Psichiatria alla Bicocca, che, così come molti altri studiosi italiani,33
dichiara: “ritengo che le coppie di omosessuali e quelle di
lesbiche che non solo adottano un bambino, ma si fanno ingravidare e
inseminare, preparino un grave rischio di patologie per la prole”. Ovvero “depressioni,
disturbi della personalità e dell’identità, borderline, persone che non sanno
più chi sono[...], collasso della funzione simbolica paterna”; se si va in
questa direzione “vedo che la società corre dei grossi rischi”.34
in
ultimo, non va taciuto il rischio oggetto della durissima requisitoria del
Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bologna che, nell’impugnare
il provvedimento di affidamento della bimba di 3 anni a una coppia di uomini
omosessuali, ha stigmatizzato l’agire degli operatori sociali come “frutto
di una vera e propria sperimentazione socio-giuridica più che frutto di una
ordinaria prassi”.35
Concludiamo
questa breve disamina con la parole del filosofo inglese Gilbert K. Chesterton
(1874-1936) riferite
al
tempo che lesto vedeva avvicinarsi:
“La grande marcia della distruzione intellettuale proseguirà.
Tutto sarà negato. Tutto diventerà un credo. [...] Fuochi verranno attizzati
per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per
dimostrare che le foglie sono verdi in estate”.
Bibliografia
di riferimento e note
1. Il
Tribunale di Bologna afferma che non possano essere esclusi dal novero dei
potenziali affidatari i singoli individui e quindi - in base ad un necessario
passaggio logico giuridico – anche le coppie di fatto [...] legate da qualunque
tipo di rapporto purché idonee ad assicurare al minore il mantenimento,
l’educazione, l’istruzione e le relazioni affettive di cui ha bisogno (Cfr
Tribunale per i Minorenni di Bologna - Decreto del 31.10.2013).
2.
Dello stesso tenore sono state le dichiarazioni degli ex Presidenti e membri
del direttivo dell’ “APA” H. Rogers, J. Wright Wiggins, R. Dawes, D. Stein e R.
Perloff cit in Destructive Trends in Mental Health: The Well Intentioned Path to Harm” (Routledge 2005) .
3. cit
in American Psychoanalytic Association (APsaA) Support Gay, by Mike Hatfield,
http://www.narth.org/ docs/apsaa.html.
4.
Loren Marks in “Social Science Research”, Volume 41, Luglio 2012, pp 735–751.
5.Tra
gli altri: Douglas W. Allen, in Review of Economics of the Household, December
2013, Volume 11, pp 635- 658; AA.VV in “Early Children Development and Care”
Maggio 2013; Douglas W. Allen et al in Demographi, Giugno 2013, volume 50, pp
955-961; D.Potter in sul Journal of Marriage and Family
Giugno2012,
pp 556- 571; NK Gartrell et al in Archives of Sexual Behavior 2011; K. Nanette
et al in Archives of Sexual Behavior 2010; R.Schumn, in Journal of Biosocial
Science, Maggio 2010 pp 721-742; P. Cameron in Psychological Reports Aprile
2009; Schumm WR in Psychological Reports Agosto 2008.
6. Mark
Regnerus in “Social Science Research”, “How different are the adult children of
parents who have same-sex relationships? Findings from the New Family
Structures Study”Volume 41, Luglio 2012, pp 752–770.
7. Op
Cit Loren Marks pp 735-751.
8. Il
disegno della ricerca è consultabile alla pagina:
http://www.prc.utexas.edu/nfss/documents/NFSS-
study-design.pdf; mentre il paper integrale alla pagina:
http://www.markregnerus.com/uploads/4/ 0/6/5/4065759/regnerus_july_2012_ssr.pdf
9. Cfr
Op. Cit Mark Regnerus, pag. 763. L’autore ha chiesto agli intervistati se“un genitore
o altro caregiver ti ha mai toccato in un modo sessuale, o ti ha costretto a
toccarlo/a in un modo sessuale, o costretto ad avere rapporti sessuali”.
Regnerus ha ulteriormente approfondito il dato statisticamente significativo
dell’abuso subito dai figli delle madri lesbiche rilevando che ad essere
abusate sono principalmente le figlie (il 31% di loro ha risposto
affermativamente alla domanda). Regnerus ha, inoltre, indagato con chi abitava
il minore al tempo in cui si è verificato il primo
abuso grazie
al calendario della struttura familiare, documentando, così, chi viveva nel
nucleo familiare del minore ogni anno fino all'età di 18 anni. Il 33% viveva
anche con il padre biologico nell’anno in cui si è verificato l’abuso. Un altro
29% non era mai vissuto con il loro padre biologico e poco meno del 34% viveva
anche con il partner dello stesso sesso della madre. Conclude Regnerus che la
propria ricerca non è in grado di suggerire chi sia effettivamente l’autore
dell’abuso e auspica ulteriori indagini in merito. Si ringrazia per la
traduzione la Prof.ssa di lingue Annamaria Marino
10. Il
comunicato è visionabile alla pag. http://www.
utexas.edu/news/2012/08/29regnerus_scientific_ misconduct_iniquiry_completed.
11. Cfr
D. Sherkat, in Social science research Volume 41, Issue 6, Novembre 2012, pp
1346–1349.
12.
Documento visionabile alla pagina http://www.
baylorisr.org/2012/06/a-social-scientific-response-to-
the-regnerus-controversy/.
13.
Ricerca consultabile alla pagina http://www.baylorisr. org/wp-content/uploads/Potter.pdf.
14. Op.
Cit. Douglas W. Allen pp 635-658;
15.
Cfr. M. Barbagli, A. Colombo, Omosessuali moderni. Gay e lesbiche in Italia, Il
Mulino, Bologna 2007, p. 128.
16.
Ibidem, p. 128, 216, 224.
17.
Ibidem, p. 217.
18
.D.P. Mcwhirter , A.M. Mattison, “The male couple. How relationships develop”,
Reward Books, Englewood Cliffs 1984, p. 252.
19. Tra
gli altri: Xiridou et al “The contribution of steady and casual partnerships to
the incidence of HIV infection among homosexual men in Amsterdam” (2003).;
Traeen Bet et al (2002); A.P. Bell e M.S. Weinberg, in Simon & Schuster”
New York (1978).
20.
Bell, A.P., Weinberg, M.S., (1978). Homosexuality: A study of diversity among
men and women. New York: Simon & Schuster. Paul Van de, in Journal of Sex
Research, vol-34 n. 4 1997 pp 349-360.
21.
http://www.acpeds.org/the-college-speaks/position-
statements/parenting-issues/homosexual-parenting- is-it-time-for-change.
22. Tra
gli altri: Gwat Yong Lie et al “Intimate Violence in Lesbian Relationships: Discussion
of Survey Findings and Practice Implications” in” Journal of Social Service
Research, 1991 pp 41-59. D. Island et al New York: Haworth Press, 1991, p. 14.
23. Tra
gli altri: David P. et al, The Male Couple: How Relationships Develop
(Englewood Cliffs: Prentice- Hall, 1984), pp. 252-253; M. Saghir et al, Male
and Female Homosexuality (Baltimore: Williams & Wilkins, 1973), p. 225;
L.A. Peplau and H. Amaro in Social, Psychological Beverly Hills 1982; Schumm,
Walter R. in Marriage & Family Review (2010) pp 299-509.
24. Tra
gli altri: A. P. Bell and M. S. Weinberg, Homosexualities: A Study of Diversity
Among Men and Women (New York: Simon and Schuster, 1978), pp. 308, 309; P. Van
de Ven et al., in Journal of Sex Research 34, (1997) p 354.; A. A. Deenen, in
Archives of Sexual Behavior 23 (1994)
pp
421-431.; M. Xiridoui 2003 , Op Cit.
25. Tra
gli altri: J. Bradford et al., “National Lesbian Health Care
26.
Joanne Hall, “Lesbians Recovering from Alcoholic Problems: An Ethnographic
Study of Health Care Expectations,”Nursing Research 43 (1994), pp 238 244
27. Tra
gli altri: R. Herrell et al., “Sexual Orientation and Suicidality, Co-twin
Study in Adult Men,” Archives of General Psychiatry 56 (1999) pp 867-874.; V.
M. Mays, et al., in American Journal of Public Health, vol. 91 (June 2001) pp
933-939.
28. R.
S. Hogg et al., “Modeling the Impact of HIV Disease on Mortality in Gay and
Bisexual Men,” International Journal of Epidemiology 26 (1997) p 657.
29. T.
Sandfort . Same-sex sexual behavior and psychiatric disorders. Arch. Gen.
Psychiatry (2001) pp 85-91.
30. Tra
gli altri: F.R. Bambico et al, “Father absence in the monogamus California
mouse impairs social behavior and modifies dopamine”in Celebral cortex 2013;
Chun Bun Lam et al in Child Development, Novembre- Dicembre 2012,Volume 83 pp
2089-2103; R.Feldman, in Hormones and Behavior, Marzo 2012, pp 380-391.
31.
Silvia Vegetti Finzi, Freud e il senso della divisione dei ruoli “Ai bambini
servono entrambe le figure”, Corriere della sera del 02.01.2013.
32.
Costanza Stagetti, adozione Gay: il no degli esperti,
http://www.documentazione.info/adozioni-gay-il-no- degli-esperti e Adozioni
Gay: la ricerca condizionata dall’ideologia http://www.documentazione.info/
adozioni-gay-ricerche-condizionate-dallideologia.
33. Cfr
Pietro Zocconali, presidente dell’Associazione Nazionale Sociologi (ANS),
Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio per i Diritti dei minori,
Francesco Paravati, presidente della Società Italiana di Pediatria Ospedaliera
(SIPO), Giuseppe Di Mauro, presidente della Società Italiana di Pediatria
Preventiva e Sociale (SIPPS), Il filosofo Giacomo Samek Lodovici, docente
presso l’Università cattolica.
34.
Intervista pubblicata su“La Stampa”, 12 Settembre 2012.
35. Cfr
Tribunale per i Minorenni di Bologna - Decreto della Camera di Consiglio del
31.10.2013.
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