.... Finita la requisitoria del pm Valentina Salvi, la parola è andata ai legali delle parti civili tra cui genitori e bambini ritenuti danneggiati dalle condotte nel caso Bibbiano, che divenne di do- minio pubblico quando nel giugno 2019 scattarono le misure cautelari.
Il primo avvocato a prendere la parola, Gianluca Tirelli, rappresenta una coppia e un bambino (nato nel 2012) originari dell'Est. Ha ripercorso la sofferenza del distacco e attaccato gli imputati.
«Nell'ottobre 2018 lui, a 5 anni, uscì da scuola: cercava gli occhi della ma- dre, ma trovò braccia che lo caricarono su un'auto.
La madre assisti alla scena e bloccò l'auto: venne prelevata pure lei e trasportata in luogo sconosciuto al padre.
Poi si venne a sape- re che i servizi sociali avevano evidenziato alcuni elementi alla base di questo prelievo forzoso».
Per il legale «tutte le parole si sono rivelate non supportate da prove»: «La loro casa non era disadorna, il bambino non era denutrito, le macchie sulle mutande erano feci ma furono indicate come segno di violenza sessuale.
La depressione del bambino non fu verificata e neppure la cattiva gestione del denaro: i genitori non pagarono tre rette dell'asilo, ma lo anticiparono giustificandosi col fatto che dovevano pagare i mobili, poi le versarono».
Chiede retoricamente Tirelli: «È plausibile che il minore caricato in auto dica di essere contento di essere stato portato via? Si è costruita una situazione tale da giustifica- re il prelievo, che si è rivelata in- fondata. Le conseguenze sono stati traumi da cui non si guarisce: ancora oggi quando suona il campanello il bambino si va a nascondere»........
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