Abstract Conferenza del 15 Aprile

Written By Redazione on martedì 15 aprile 2014 | 12:20




ABSTRACT

Roma, 15/4/2014 - Senato della Repubblica - Istituto di Santa Maria in Aquiro - P.zza dei Capranica, 72

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Quella di oggi, una conferenza che evidenzia la necessità di trovare accordi, regole e momenti di incontro fra operatori del settore infanzia, Servizi Sociali e associazioni di Volontariato, utili e realmente determinanti per la tutela dei minori. Un incontro per indicare che vi sono evidenze emergenziali che perdurano da oltre un decennio e che possono trovare soluzioni. Nulla di nuovo dal punto di vista del carattere di urgenza, è importante invece il lavoro che si è compiuto alla base nel valutare percorsi di ottimizzazione. Questo è l'intento di Colibrì, che ha prodotto questo evento grazie anche alla disponibilità del Senatore Divina e del suo staff. 
Una giornata nella consapevolezza che occorre aprirsi ad una doverosa e fattibile collaborazione con chi vuole trovare soluzioni convenienti per tutti, e auspicabilmente con i livelli organizzativi dei Servizi Sociali, in virtù anche delle sensibilità maturate dal mondo associativo.
 
Una mezza giornata aperta a pubblico stampa e legali, di cui avremo la piena testimonianza a breve, con le relazioni complete di tutti i relatori ed i relativi interventi in video.

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Dott. Massimo Rosselli Del Turco
Presidente dell’Associazione Aiutiamo le Famiglie A.Le F.
Portavoce Parlamentare Colibrì European Platform  www.colibri-italia.it

“Proposte di Nuove linee guida degli Assistenti Sociali”

“Oramai da tempo si sentiva il bisogno in Italia di stabilire delle modalità precise, dei percorsi ben definiti per l’eventuale accoglienza dei minori nelle Comunità Minorili. Questo per evitare la prassi oramai ingenerata di una incredibile semplificazione delle procedure istruttorie che spesso hanno portato a situazione tragiche di bambini allontanati indebitamente, di famiglie distrutte per l’allontanamento dei propri figli  e al contrario alla non accoglienza dei minori che invece avrebbero avuto bisogno di protezione da parte delle istituzioni
Una disamina attenta del fenomeno dell’allontanamento minori dalle famiglie evidenzia una criticità inequivocabile: una situazione che possiamo definire  “a macchia di leopardo” , con enormi variazioni nel tempo e nello spazio razionalmente inspiegabili che stanno a definire la totale assenza di linee guida condivise. Ovviamente questa situazione apre la porta a possibili arbitrii degli operatori, non legati a protocolli ufficiali.
L’intervento si articola in una prima parte volta a fare il punto della situazione odierna delle problematiche delle statistiche e delle leggi che afferiscono ai minori coinvolti nei tanti problemi che comportano il loro inserimento nelle Comunità di Accoglienza.
Una seconda parte che va ad analizzare gli attori del mondo che porta i minori nelle comunità di accoglienza e si cerca di stabilire delle corrette linee guida di comportamento di tutti i Servizi Sociali che sono coinvolti nell’Accoglienza dei minori nelle strutture di sostegno e tutela degli stessi.
Una terza parte che delinea alcuni progetti che potrebbero essere auspicabili per migliorare le strutture di accoglienza.
Infine viene proposta un’appendice con una richiesta: la creazione di una Task Force di pronto intervento presso le ASL di rifermento per interventi urgenti per la tutela dei diritti dei minori in alcune situazioni di emergenza.”
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Dr. Gabriele Bartolucci
Vice Presidente Associazione Genitori Sottratti

“La Carta dei Servizi Sociali: paradigma di un naufragio “a norma di legge”, il caso della Regione Emilia Romagna”

I cittadini non possono sottrarsi alla legge: per loro vale anzi il brocardo latino per cui “ignorantia legis non excusat”; questi stessi cittadini sperimentano tuttavia quotidianamente, come l’amministrazione dello Stato sia essa stessa spesso la prima ad assolversi per la propria ignoranza.
La storia, giudice ultimo della vicenda umana, ricorderà questa come l’epoca della tecnocrazia, orribile crepuscolo e disfatta di ogni umano valore; sconfitti con progresso e benessere i mostri di fame, povertà ed ignoranza, abbiamo tralasciato la cura di umanità e senso di misura necessarie a trovare la via tra la necessità della norma e l’appropriatezza della sua attuazione.
Al fine di prevenire, eliminare o ridurre le condizioni di bisogno dei singoli e delle famiglie, conseguenti da inadeguatezze di reddito, difficoltà sociali, e condizioni di non autonomia, prevendendo strumenti chiari e condivisi per dialogare con l’utenza, l’8 Novembre 2000, veniva licenziata la legge 328/2000.
A quattordici anni di distanza da quel giorno, un fiume di denaro pubblico è stato speso in nome del superiore interesse del minore ma nessuno degli strumenti che avrebbe dovuto certificare l’uso proprio di quel denaro è stato posto realmente in campo. Questa mancanza ha avuto delle conseguenze:  i cittadini non sono divenuti utenti di un servizio ma sono regrediti al ruolo di “sudditi” della volontà di una entità imperscrutabile, infaticabilmente intenta alla ingegneria sociale (eugenetica “light”). Invece di sostenere il diritto del minore a crescere ed essere educato nella sua famiglia di origine, essa decide chi è il genitore “a norma” e quale quello “inadeguato”, quale la famiglia “certificabile” e quale quella “genitorialmente incapace”,  ridisegnando con un tratto di penna, la mappa degli affetti famigliari, nemmeno fosse la cartina dell’Africa sul tavolo della conferenza di Berlino del 1844.
Il sistema Tutela Minori è ancora oggi una “monade” autoreferenziale che non dialoga con l’esterno e seppellisce ogni speranza di trasparenza circa i provvedimenti che assume, sotto alla lapide del  c.d. “superiore interesse del minore” che tutto copre e tutto giustifica.
Grazie al supporto di casi concreti, seguiti direttamente dall’ Associazione Genitori Sottratti, questo intervento desidera rendere tangibili, mediante l’universale linguaggio del dolore, gli effetti della mancata applicazione delle norme contenute nella legge 328/2000.
La più odiosa delle ingiustizie è quella che si perpetra, “ a norma di legge”.
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Dr.ssa Rosalba Trabalzini 
Responsabile Scientifico di “Guidagenitori.it” Psichiatra, Psicologo e Psicoterapeuta

“I bambini hanno bisogno di famiglie normali e per questo i servizi devono dotarsi di linee guida certe”
La legge  tutela i minori  e di fatto afferma  il diritto, quando si parla dei bambini, di crescere ed essere educati nella propria famiglia. Cosa accade ai minori se la famiglia non è in grado di adempiere al ruolo stabilito e, non per propria volontà ma per motivi non sempre comprensibili?

E’ sempre la legge a dare delle risposte: chi è privo di un ambiente familiare all'altezza dell’accudimento di un bambino è previsto il suo inserimento in una casa famiglia o affidato a dei genitori affidatari. Ma quale è il confine da valicare per traghettare un bimbo dalla sua famiglia alla famiglia affidataria o alla casa famiglia? A chi tocca l’onere e con quali regole questo avviene?

I servizi sociali hanno davvero le competenze necessarie per stabile se una mamma con una patologia borderline  ad esempio, sia una madre negativa e per questo da separare dal minore? E se il problema è di un papà con una diagnosi di bipolarismo, davvero il bimbo deve essere allontanato perché è negativo vedere un papà in profonda depressione o in fase maniacale? Sono davvero tanti gli esempi che potrebbero essere messi in evidenza e per il quale non ci sono garanzie su cosa è meglio per il minore. Ecco perché, non solo sono necessarie delle linee guida ben chiare che prendano in considerazione anche tutta una serie di problematiche psichiche, ma che venga inserita anche la figura dello psichiatra all’interno dei servizi, l’unica figura in grado di emettere una  diagnosi e stabilire il rimedio migliore per quella famiglia. E’ chiaro che i bambini hanno bisogno di restare nel loro ambito famigliare e se la famiglia è temporaneamente in difficoltà è l’intero nucleo che va aiutato e protetto e non è di certo frammentandolo che si fa il bene del minore.  
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Dr. Fabio Nestola
Presidente Federazione Nazionale per la Bigenitorialità

“Allontanamenti facili ”dalle famiglie d’origine. Analisi critica del fenomeno: percezione distorta o diffidenza fondata?”

“i Servizi Sociali? Un calvario … maledetto il momento  in cui sono entrati nella nostra vita”  

“sequestri di stato … sequestrificio autorizzato … ladri di bambini … il braccio armato del Tribunale … bambini venduti come merce …”

Una sintesi delle espressioni più frequenti riscontrabili nelle proteste delle famiglie e dei rispettivi avvocati, ma non solo: si tratta di percezioni corali che emergono da trasmissioni TV ed inchieste giornalistiche, e poi libri, articoli, convegni, interrogazioni parlamentari, manifestazioni organizzate e proteste isolate …

La relazione ripercorre la filiera istituzionale che porta bambine e bambini dalla famiglia d’origine alle strutture di accoglienza residenziale; analizza criticità individuali e criticità di sistema; propone modifiche legislative ed organizzative necessarie a ricostruire il doveroso - ma ormai sbriciolato - rapporto di fiducia fra i Servizi Sociali e la cittadinanza. 
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Avv. Catia Pichierri

"Diritto del minore di crescere ed essere educato nell’ambito della propria famiglia: l’incuranza da parte dei servizi sociali e dei Tribunali per i Minorenni della Legge dello Stato Italiano.”

Nonostante la promulgazione di leggi statali che prevedono l’inviolabile diritto dei minori a crescere nella propria famiglia, questi ultimi vengono allontanati dalla stessa, sulla base di mere impressioni di operatori sociali e senza la possibilità dei genitori di difendersi; ciò avviene in forza di provvedimenti di Tribunali non rispettosi dei criteri specificamente previsti dalla medesima normativa.
In un Paese quindi che si dichiara democratico, un genitore perde la potestà genitoriale e l’affido dei propri figli senza che possa in alcun modo difendersi: il servizio sociale ed il Tribunale infatti formano un tutt’uno e sono quasi sempre di fatto allineati non a sostegno ma contro la genitorialità.
 In questo modo il minore e la famiglia d’origine, in un Tribunale di uno Stato Democratico si ritrovano senza scampo! Senza tutela! Senza difesa! Tutto ciò nell’anno 2014!
Credo sia ora di cambiare questo stato di cose…

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