Quale giustizia al Tribunale dei Minori di Bologna ?

Written By Redazione on martedì 11 dicembre 2012 | 03:00


Quando di allarmante c'è la "prassi" allora occorre capire, indagare, approfondire, riferire, cogliere il senso più ampio che regola la giustizia secondo procedure spesso non più in linea con il mandato: -Fare Giustizia-. Soprattutto se sono in essere prassi non funzionali alla salvaguardia e realizzazione dell’interesse dei minori e delle loro famiglie.

Quello che accade al tribunale dei Minorenni di Bologna, che è anche il tribunale regionale, probabilmente accade anche in altre città ma questo non deve distogliere l'attenzione da questa analisi.  Pare si rappresenti una forma di amministrazione della giustizia svelta, codificata, spesso delegata a terzi, nella fattispecie i Servizi Sociali, una serie di procedure che offrono spunti di riflessione e mostrano agli  osservatori più attenti, che possono esservi fondati dubbi sulla gestione a Bologna, della giustizia minorile, soprattutto in ambito figli e separazioni, e, anche se questo meccanismo pare rodato, non pare questa essere la giustificazione con la quale porsi a garanzia dei minori.
Inutile dire che da lungo tempo le associazioni lamentano le prassi dei TdM al punto di indire  ripetutamente manifestazioni proprio davanti alle loro sedi in tutto il paese. Ma quello che vogliamo fare ora è concentare l'attenzione su ciò che fa davvero male alla giustizia e ai cittadini.

Colibrì insieme all' Associazione Genitori Sottratti, presente ed attiva proprio nella regione Emilia Romagna, fa sua l'iniziativa di rivolgersi al Consiglio Superiore della Magistratura e al Ministero di Giustizia immediatamente a seguito ad una analoga operazione compiuta dall' Associazione ANFI, Associazione Nazionale Familiaristi italiani, sposandone totalmente i punti elencati in un documento recapitato al CSM e non solo.

Affinchè le nostra comunicazione inviata a: Consiglio Superiore della Magistratura Prima e Quarta Commissione, Procura Generale c/o Corte di Cassazione ,  Consiglio Giudiziario Del Distretto di Bologna, Ministero della Giustizia , non divenga lettera morta, abbiamo pensato di affiancarla da una ulteriore iniziativa: una petizione On-line, coi medesimi contenuti delle raccomandate spedite ai vari ministeri e luoghi istituzionali di giustizia.

Petizione che richiede le firme della popolazione, allo scopo di ottenere sensibilità diffusa e condivisa sul tema. La petizione è verificabile  al seguente indirizzo web: http://www.petizionepubblica.it/?pi=P2012N33253  

Segue testo della petizione:


In qualità di cittadini consapevoli del peso che l’azione della Tutela Minori ha nel nostro paese ci rivolgiamo a:
- Consiglio Superiore della Magistratura Prima e Quarta Commissione,
- Procura Generale c/o Corte di Cassazione
- Consiglio Giudiziario Del Distretto di Bologna,
- Ministero della Giustizia


per rappresentare come presso il Tribunale per i Minorenni dell’Emilia-Romagna, sono in essere prassi non funzionali alla salvaguardia e realizzazione dell’interesse dei minori e delle loro famiglie.
Le vicende che con sempre maggiore consistenza e frequenza, rappresentano le inascoltate istanze dei genitori non sono più ascrivibili alla categoria dei casi isolati ma disegnano una vera e propria linea di condotta avversa tanto alla attuazione del “giusto processo”, quanto a quella di norme di rango nazionale e sovranazionale sui fondamentali diritti della persona (artt. 3, 30 Cost., 1 della L. n. 184 del 1983 e dagli artt. 6 e 8 della Convenzione CEDU).


Così, e a titolo esemplificativo si indica:
 
1) il procedimento, in particolare quello relativi all’affidamento etero-familiare - è caratterizzato da una lunga serie di decreti provvisori, non reclamabili. Essi non sono funzionali al riavvicinamento del minore alla famiglia di origine e anzi determinano l’ allungamento del giudizio ed il formalizzarsi di una situazione di distacco tra minore e famiglia di origine tale da produrre da questo lato una vera e propria alienazione parentale, e da quello del giudizio la condizione di non ritorno funzionale a disporre la adottabilità del minore, quale “male minore” date le circostanze.
2) la motivazione dei decreti è spesso sintetica e lacunosa;
 
3) vengono disposti allontanamenti dei minori dalla famiglia d'origine con limitazione della potestà genitoriale sulla base di un decreto provvisorio ed urgente assunto inaudita altera parte, non preceduto da un’istruttoria scrupolosa, volta alla verifica dei requisiti stabiliti dall’art. 333 c.c.
Spesso, il decreto è motivato in modo del tutto sintetico; In esso viene autorizzato l’uso della forza pubblica; I genitori non ne sanno nulla, fino a quando viene loro notificato (nei casi migliori) il provvedimento; L’ascolto dei genitori, da parte del giudice avviene soltanto a distanza di mesi, e quasi mai dopo l'audizione viene modificato qualcosa.

 
4)  il Tribunale Minorile recepisce in modo acritico le informazioni/relazioni dei Servizi non prendendo in considerazione i rilievi critici formulati dai difensori
 
5) I decreti spesso demandano ai Servizi sociali compiti e funzioni a carattere decisorio, tali da comportare il rischio evidente di confusione di ruoli, e di abdicazione del giudice rispetto all’esercizio della funzione giurisdizionale.
In questo contesto, abbiamo recentemente appreso della avvenuta notifica al Dr. Francesco Morcavallo, giudice svolgente le proprie funzioni presso il Tribunale per i Minorenni dell’Emilia-Romagna, di un provvedimento del CSM con cui gli si contesta la cd. “incompatibilità ambientale”.
Sono ben note la preparazione e competenza in materia del dr. Morcavallo, il quale ha dimostrato di sapere e volere operare nel profondo rispetto delle regole e delle leggi poste a presidio del benessere del minore e dei propri congiunti.
Se pertanto di “incompatibilità ambientale” si deve parlare essa riteniamo sia quella esistente tra il sistema poco sopra descritto ed i principi di giustizia dell’ordinamento. Rispetto a tale stato di cose il Giudice Morcavallo è di certo in minoranza, ma non per questo in difetto e non comprendiamo come proprio quel giudice che con ogni sua forza si adopera per ricondurre l’attività del T.M. di Bologna nell’alveo della legalità, debba essere punito, invece che sostenuto.
Per questa ragione chiediamo accoratamente alle autorità in indirizzo ed in primis al CSM di voler approfondire la conoscenza della realtà descritta.
Chiediamo, di rimeditare la considerazione riservata al giudice dr. Francesco Morcavallo, così da mantenere nell’esercizio delle funzioni minorili giudicanti il magistrato che allo stato, applica scrupolosamente le garanzie costituzionali connesse ai principi del giusto processo, ciò che consentirà ai cittadini e agli operatori del diritto di continuare a nutrire fiducia nel ripristino di una piena funzionalità e legittimità dell’esercizio della giurisdizione minorile nel distretto di Bologna.


Gabriele Bartolucci
Vice Presidente Ass. di Volontariato Genitori Sottratti Em. Romagna

Roberto Castelli
Resp. P. R. e Comunicazione del Coordinamento Interassociativo COLIBRI'


Ad oggi, si riconoscono in Colibrì le associazioni ed i movimenti:
Ass. Genitori Sottratti Em. Romagna, Ass. per le Nuove famiglie Cagliari, Movimento femminile per la parità genitoriale, Ass. Nonne e nonni penalizzati dalle separazioni, Ass.Genitori separati e Figli Torino, Ass. Aiutiamo le famiglie Roma, Ass. Genitori Separati Novi Ligure, Ass. Figlipersempre nazionale: Trentino Alto Adige-Lombardia-Lazio, Ass. Papà separati Torino, Ass. Papà separati & figli Torino, Ass. Papà separati Asti, Ass. Papà separati Liguria, Ass. Papà separati Roma, Movimento Papageno (Svizzera), Associazione Donne2 (Svizzera), Ass. I Comme Identitè I.C.I. (Francia)
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